L’Arcivescovo in Seminario

Un giorno di festa, incontro e gratitudine

L’8 dicembre è tradizionalmente un giorno di festa per i seminaristi del Biennio che invitano a Venegono parenti e familiari
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La celebrazione eucaristica con l’Arcivescovo

Ormai tre mesi fa, chi scrive e altri cinque compagni varcavano il cancello e le porte del Seminario, stabilendosi qui e cominciando un nuovo cammino.

Nella vita di ciascuno legami e relazioni di tutti i giorni hanno assunto nuovi tempi e nuovi spazi dilatandosi; il legame con la famiglia, i legami di amicizia, i legami con le comunità di origine, tutto si è allontanato nella distanza e ampliato nel tempo.

Insieme a questa trasformazione abbiamo vissuto anche una novità non di poco conto: legami e relazioni che non c’erano e che andavano costruiti, partendo dall’incontrarsi e dal conoscersi tra noi “novellini” e venendo accolti dalla comunità del Biennio, seminaristi e educatori.

Uno dei cambiamenti più grandi di questi mesi iniziali certamente ha comportato il congedarsi dalla propria famiglia e dalla propria casa per approdare in una nuova quotidianità, anche questa familiare, nata dall’incontro con compagni non scelti con cui camminare insieme e condividere le giornate, accompagnati dagli educatori e portati nel cuore da quanti hanno vissuto un pezzo di strada con noi fino al tempo dell’ingresso.

Nell’incontro tra queste due dimensioni di famiglia nasce la festa dell’8 dicembre.

Questa giornata di festa è occasione per i seminaristi del Biennio di invitare le proprie famiglie, genitori, fratelli e sorelle, nonni a condividere un momento significativo con la nuova famiglia in cui si è stati accolti entrando in Seminario.

Animazione in stile Harry Potter

La cura e l’organizzazione della giornata sono tradizionalmente affidate ai seminaristi del primo anno e così è stato anche questa volta.

Il primo pomeriggio è stato il tempo dell’accoglienza; auto con mamme, papà, fratelli e sorelle di tutte le età, qualche nonno e qualche nonna, alcuni zii e zie, hanno riempito il parcheggio del Biennio e le famiglie riunite sono state accolte al bar per un momento di saluti, di fraternità e di merenda insieme.

Il pomeriggio è proseguito con un tempo di gioco e animazione, ideato e messo in scena da noi seminaristi del primo anno.

Nei giorni precedenti alla festa, dovendo organizzare giochi e scenette che coinvolgessero le famiglie e gli altri seminaristi, abbiamo pensato a un tema e a un racconto in cui ambientare il momento insieme, l’imponenza della struttura del Seminario, che ricorda facilmente un castello su un colle, e la passione di alcuni di noi per Harry Potter hanno fatto il resto. Così l’atrio, le scale e l’aula magna del Seminario sono stati trasformati in ambienti di Hogwarts, castello-scuola dove si svolge la vicenda di Harry Potter, popolati da alcuni maghi improvvisati, ovvero noi seminaristi appropriatamente vestiti.

Il pomeriggio è trascorso in fretta con l’alternarsi di qualche divertente spezzone messo in scena da noi “semi-maghi” nel castello di “Veneg-Hogwarts” e di giochi a squadre che hanno coinvolto le nostre famiglie e i seminaristi di seconda; non è mancata un po’ di sana competizione e di desiderio di vincere la Coppa del torneo.

I seminaristi mettono in scena la saga di Harry Potter

La Messa

Al termine del magico pomeriggio, siamo stati raggiunti dal nostro Arcivescovo Mario che ha celebrato nella cappella del Biennio la S. Messa nella solennità dell’Immacolata Concezione.

Dopo la celebrazione è anche giunto il tempo di mettere le gambe sotto al tavolo. Con una lauta cena in refettorio ogni seminarista ha potuto cenare con la propria famiglia, mentre l’Arcivescovo passava a salutare tutti i gruppi e al termine ha consegnato ai presenti i propri auguri di Natale.

La festa delle famiglie del Biennio si è conclusa con un tempo dopocena per un caffè e per salutare ciascuno i propri invitati.

Su questa giornata di festa e di condivisione credo che ciascuno potrebbe raccontare le proprie emozioni, la gioia di aver invitato e trascorso un giorno con i propri cari, il divertimento per i giochi e le scenette, la soddisfazione per l’organizzazione riuscita, la gratitudine per il momento trascorso e per la possibilità di far incontrare il quotidiano lasciato e quello che ci ha accolto, la maggior tranquillità negli occhi delle mamme che hanno visto meglio dove vivono i loro figli, e quante altre cose.

Kayre

Forse c’è una parola in più che vale la pena lasciare in queste righe e il nostro Vescovo Mario l’ha consegnata a noi e ai nostri familiari nell’omelia. Questa parola è Kayre, «rallegrati».

Il Kayre, saluto dell’arcangelo Gabriele a Maria, rivela a ciascuno di noi che Dio rimedia alle difficoltà umane e ai tempi della presunzione, dell’indifferenza e della depressione.

E per questa soluzione Dio ha mandato addirittura il suo Figlio Unigenito, che stiamo attendendo in questo tempo di Avvento, per far comprendere all’uomo che c’è una comunione che ci salva e che il Signore è con noi sempre.

«L’angelo Gabriele, infatti, entrò nella casa di Maria e la salutò con il saluto sconvolgente. C’è motivo di gioia: rallegrati! C’è una parola di stima: tu sei piena di grazia! C’è una comunione che salva: il Signore è con te!».

Allora in questa nuova quotidianità e in questa comunità la forza del vivere e del camminare insieme non è tanto il frutto di qualche formula strana o dell’agitare una bacchetta magica, quanto della certezza che c’è una parola donata che ci accompagna sempre.

In questa parola di speranza cristiana trova spazio anche quel rendere grazie per il cammino da noi intrapreso lo scorso settembre, per la fraternità accogliente che si sta costruendo nel Biennio, per il sostegno continuo e la presenza delle nostre famiglie e dei nostri cari in questo festoso 8 dicembre.

* I teologia

Tratto dal numero 1 (gennaio 2023) de “la Fiaccola”